Durante una separazione l'intervento del Consulente tecnico di ufficio (CTU) e/o del Consulente tecnico di parte (CTP) deriva dalla necessità di richiedere un parere tecnico sull'adeguatezza di uno o entrambi i genitori, valutando il contesto relazionale famigliare (ex coniugi, figli, famiglie di origine), evidenziando eventuali disfunzionalità in queste relazioni.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario effettuare colloqui clinici ed osservazione dirette di tali relazioni e del contesto famigliare nel suo complesso. Ad integrazione si possono usare test specifici.
La consulenza tecnica non ha valore di prova, ma è piuttosto un mezzo in quanto il consulente fornisce gli strumenti logico scientifici necessari per la valutazione dello stesso (art 60 c.p.c).
L'ambito di lavoro del CTU e del CTP non sono spazi terapeutici, bensì uno spazio valutativo/di indagine.
La finalità della consulenza è di aiutare il giudice a stabilire il regime affidatario dei figli più idoneo (modalità e frequenza).
La separazione comporta una ridefinizione dei ruoli e delle funzioni famigliari e si infrange con la presa di coscienza circa i motivi del fallimento del matrimonio.
La coppia coniugale cessa di esistere ma non la coppia genitoriale che rimane tale.
El modalità con cui si affronterà questo nuovo assetto famigliare incideranno sullo sviluppo psico sociale dei figli, e questo sarà anche correlato all'età.
I genitori, talvolta inconsapevolmente, metteranno in atto azioni più o meno manipolative per portare dalla propria parte e emotiva i figli. Questo avrà inevitabili ripercussioni negative sui figli, sugli ex coniugi e in generale sul benessere di tutti.
Questo comportamento se particolarmente grave può portare all'alienazione parentale di uno dei due coniugi.
Il tipo di affidamento avrà influenza diretta sul benessere dei figli. L'età dei minori è una variabile importante per comprendere quanto la separazione li influenzerà il loro sviluppo.
Puo accadere che nei bambini più piccoli ci sia una regressione che può manifestarsi con enuresi sia notturna che diurna o maggior bisogno di affetto e attenzioni. Possono assumere atteggiamenti tristi, smarriti e evitare situazioni piacevoli prima ricercate. Bambini più grandi rispetto alla fascia precedente, dai 4-6 anni possono aumentare alcuni loro comportamenti aggressivi rompendo oggetti o aggredendo coetanei o manifestare ansia, paura, preoccupazione persistenti e non del tutto motivate. Verso i 7 anni i bambini hanno una maggior consapevolezza del loro dolore e possono anche arrivare ad esternarlo se hanno un intelligenza emotiva idonea. Vivono un sentimento intenso di paura/abbandono o rifiuto e spesso arrivano a fantasticare una re-unione dei genitori. Possono somatizzare (comparsa di sintomi fisici come mal di pancia) soprattutto quando ci sono situazioni di conflitto o che generano forte ansia.
Verso gli 11 anni i cambiamenti nella relazione con i genitori portano a conseguenze diverse: dal maturare più velocemente e parallelamente a una maggior responsabilità fino ad arrivare all'estremo opposto, ovvero ad un blocco emotivo, manifestazioni antisociali, aggressive, depressive.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario effettuare colloqui clinici ed osservazione dirette di tali relazioni e del contesto famigliare nel suo complesso. Ad integrazione si possono usare test specifici.
La consulenza tecnica non ha valore di prova, ma è piuttosto un mezzo in quanto il consulente fornisce gli strumenti logico scientifici necessari per la valutazione dello stesso (art 60 c.p.c).
L'ambito di lavoro del CTU e del CTP non sono spazi terapeutici, bensì uno spazio valutativo/di indagine.
La finalità della consulenza è di aiutare il giudice a stabilire il regime affidatario dei figli più idoneo (modalità e frequenza).
La separazione comporta una ridefinizione dei ruoli e delle funzioni famigliari e si infrange con la presa di coscienza circa i motivi del fallimento del matrimonio.
La coppia coniugale cessa di esistere ma non la coppia genitoriale che rimane tale.
El modalità con cui si affronterà questo nuovo assetto famigliare incideranno sullo sviluppo psico sociale dei figli, e questo sarà anche correlato all'età.
I genitori, talvolta inconsapevolmente, metteranno in atto azioni più o meno manipolative per portare dalla propria parte e emotiva i figli. Questo avrà inevitabili ripercussioni negative sui figli, sugli ex coniugi e in generale sul benessere di tutti.
Questo comportamento se particolarmente grave può portare all'alienazione parentale di uno dei due coniugi.
Il tipo di affidamento avrà influenza diretta sul benessere dei figli. L'età dei minori è una variabile importante per comprendere quanto la separazione li influenzerà il loro sviluppo.
Puo accadere che nei bambini più piccoli ci sia una regressione che può manifestarsi con enuresi sia notturna che diurna o maggior bisogno di affetto e attenzioni. Possono assumere atteggiamenti tristi, smarriti e evitare situazioni piacevoli prima ricercate. Bambini più grandi rispetto alla fascia precedente, dai 4-6 anni possono aumentare alcuni loro comportamenti aggressivi rompendo oggetti o aggredendo coetanei o manifestare ansia, paura, preoccupazione persistenti e non del tutto motivate. Verso i 7 anni i bambini hanno una maggior consapevolezza del loro dolore e possono anche arrivare ad esternarlo se hanno un intelligenza emotiva idonea. Vivono un sentimento intenso di paura/abbandono o rifiuto e spesso arrivano a fantasticare una re-unione dei genitori. Possono somatizzare (comparsa di sintomi fisici come mal di pancia) soprattutto quando ci sono situazioni di conflitto o che generano forte ansia.
Verso gli 11 anni i cambiamenti nella relazione con i genitori portano a conseguenze diverse: dal maturare più velocemente e parallelamente a una maggior responsabilità fino ad arrivare all'estremo opposto, ovvero ad un blocco emotivo, manifestazioni antisociali, aggressive, depressive.